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Il passo che porta una persona a chiedere un aiuto di tipo psicologico è spesso non facile, e a volte vissuto come una sconfitta nei confronti di se stesso, poiché diventa consapevole che da solo non riesce a far fronte alle difficoltà che attraversa.

Il terapeuta ha il compito di aiutare la persona a ritrovare la propria capacità decisionale e renderlo nuovamente autonomo e consapevole del proprio valore.

Un percorso psicoterapeutico è un supporto e, di conseguenza, il terapeuta non si sostituisce per nessuna ragione alla persona nelle scelte importanti per la propria vita, incoraggiando l´autonomia come un valore importante.

Tutte le coppie incontrano nel loro percorso di vita alcune difficoltà, problemi, conflitti,e tensioni che molte volte riescono a superare in modo autonomo, facendo appello alle risorse personali e di coppia.

A volte può succedere che non si riescano ad affrontare adeguatamente alcuni problemi o che non si riesca neanche ad esprimerli al proprio partner per varie paure. Altre volte sono solo apparentemente superati, ma in realtà sono stati soltanto allontanati, per timore di cambiamenti, percepiti come pericolosi.

Tali problematiche, però rimangono e creano un clima negativo alla vita di coppia, determinando varie incomprensioni che con il tempo tendono ad amplificarsi e a peggiorare la situazione.
La coppia può esprimere il disagio in vari modi: conflittualità, aperta o mascherata, sintomi o disagi personali da parte di uno dei due partner, difficoltà sessuali e se, presenti, problematiche riflesse nei figli, come portatori di disagio.

Rivolgersi ad uno specialista, come lo psicologo psicoterapeuta di coppia, potrebbe essere di aiuto per affrontare efficacemente i propri problemi.

All'interno dello spazio psicoterapeutico, la coppia può:

  • Chiarire le problematiche percepite.
  • Individuare le difficoltà esistenti nella modalità di interazione.
  • Acquisire nuovi modi di relazionarsi con all'altro che possano aiutare al cambiamento, per il benessere della coppia.

L´adolescenza è quel tratto dell´età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello dell'´individuo adulto.
Ogni fase dello sviluppo di un individuo è caratterizzata da atteggiamenti e comportamenti tipici. Si contraddistingue per la tendenza all´indipendenza e al volere trascorrere molto tempo con il gruppo di amici. La voglia di acquisire indipendenza porta i ragazzi a sperimentare situazioni ed emozioni nuove, che però a volte sfociano in sensazioni di delusione o di sconfitta. Ciò determina repentini cambiamenti di umore e di atteggiamento; un attimo prima si presentano come forti e sicuri di sé, un attimo dopo appaiono fragili e insicuri.
Nell´adolescenza i giovani si trovano a fronteggiare due problemi:
• il passaggio dal controllo dei genitori all´autonomia.
• la maturazione sessuale.
In questa fase di passaggio e di cambiamento, i ragazzi possono incontrare problemi più o meno facili da affrontare e spesso esperiscono conflitti interiori che a volte sfociano in vere e proprie difficoltà esistenziali.
E´ importante che i genitori possano fornire "una base sicura" al figlio adolescente, cioè siano presenti senza invadere, attenti e disponibili.
Il gruppo di coetanei, l´appartenenza al gruppo, l´essere accettati dal gruppo è una fase importante per cercare fuori della famiglia" figure di riferimento", che rimarranno comunque sempre secondarie alla famiglia.
In questa fase l´adolescente, per mantenere un´immagine di "ragazzo autonomo" ai propri occhi, utilizza il meccanismo di difesa della proiezione. Essendo in una fase di sviluppo caratterizzata da conflitti, con il bisogno di autonomia da una parte e quello di protezione dall´altra, tende a proiettare sui genitori le paure per il nuovo. "Non posso venire perché i miei non mi mandano"..."Se non avessi i miei che mi ostacolano farei...."...tutte "scuse" per mantenere un´immagine di duro, agli occhi del mondo, mentre il bisogno di protezione familiare, è più forte di quel che possa sembrare.
In questo clima è facile comprendere come sia difficile, sia per il ragazzo, sia per i familiari, avere una relazione fluida, con il minimo di tensioni.
Nei casi più sfortunati, il ragazzo può esperire conflitti così profondi, da sviluppare comportamenti disfunzionali, fino ad arrivare a vissuti ansiogeni, paure, fobie, chiusure emotive e nei casi estremi, utilizzo di sostanze (hashish, marijuana).
La consulenza psicologica, in caso di problematiche adolescenziali, può essere richiesta dai genitori che sentano di avere delle difficoltà di comunicazione con il proprio figlio adolescente; spesso invece è il ragazzo stesso che, può chiedere al genitore un aiuto per superare alcuni conflitti personali.
In questi casi è utile non chiudersi in un muro di difese e di timori inutili, ma affidarsi all´esperienza e alla professionalità dello psicologo psicoterapeuta che può essere una valida risorsa per affrontare difficoltà che, se adeguatamente rielaborate, potranno diventare motivo di crescita e di arricchimento sia per l´adolescente che per il familiare.